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Il programma:

1°giorno: Presentazione e utilizzo degli strumenti IDIOFONI di origine sciamanica con funzioni curative e sociali; sonagli, maracas, gusci, …

2°giorno: Presentazione e utilizzo degli strumenti AEROFONI di origine sciamanica con funzioni curative e sociali; flauti, conchiglie, yapurutù …

3°giorno: Conoscenza ed esplorazione dei membranofoni…i tamburi dell’Africa che arrivano con gli schiavi e continuano a vivere nelle mille reinterpretazioni che originano.

4°giorno: La musica nella natura...caturare le sonorità e riprodurle ritrovando l'equilibrio e benessere...una giornata a stretto contatto con la natura, le sue melodie e ritmi. 

Tutti i momenti di condivisione musicale si svolgeranno in cerchio utilizzando le forme ancestrali di tramandare il sapere, creando percorsi musicali affini al seminario, dai canti di culla alla musica da semina, con una introduzione al dialogo musicale.

Sonorità cosmogoniche dall’Amazzonia alle Ande

 

L’enorme ricchezza organologica del continente americano nutre il sapere e la quotidianità dei popoli che lo abitano in quanto profondamente legata alle conoscenze ancestrali e al filo che unisce uomo-territorio-suono-spirito.Nei diversi gruppi etnici dove sono stati raccolti gli strumenti musicali che fanno parte della collezione di Ricaurte, la musica è parte del tutto, come lo sono la danza, il racconto e la condivisione delle faccende quotidiane. Gli oggetti sonori non sono concepiti come strumenti musicali per rappresentazioni artistiche, hanno bensì una funzione sociale specifica, rituale, curativa, cerimoniale, religiosa e cosmogonica. Il suono è più importante dello strumento stesso perché è la sonorità che determina la sua specifica funzione; per fare qualche esempio, un sonaglio chiamato waytu, usato dagli sciamani Murui nella Amazzonia colombiana, viene suonato intorno al corpo del “paziente” per riequilibrare il suo stato d’animo, riproducendo il suono del ruscello prodotto a 430Mhz, cosi come il suono grave di un tamburo a cilindro riproduce il battito del cuore per entrare in sintonia con lo spirito del curandero o chaman mentre il canto dello stesso uomo-medicina provoca il rilassamento.

 

I partecipanti potranno conoscere gli strumenti musicali tradizionali ed alcuni canti nativi della musica rituale ed apprendere alcuni ritmi eseguiti con i tamburi tipici della tradizione afrolatina. L’obiettivo del seminario è quello di avvicinarsi al mondo sonoro che racchiudono gli strumenti musicali, partendo dall’importanza degli stessi all’interno del gruppo etnico di appartenenza. Uno strumento etnomusicale di frequente termina la sua vita sonora appeso ad un muro o nella vetrina di un museo, quindi conoscerlo, suonarlo e scoprire la sua gamma di possibilità veicola anche la conoscenza di culture ancestrali. Lo strumento musicale, visto in quest’ottica, è un veicolo di comunicazione e di conoscenza interdisciplinare che arricchisce sia la conoscenza musicale che il benessere interiore e spirituale.

 

TARGET: Il seminario etnomusicale è rivolto a musicisti e non, a persone interessate alla propria crescita spirituale ed intellettuale, a musicoterapisti, antropologi, studenti di musica, di sociologia e di etnomusicologia, a cineasti e compositori, giovani ed adulti.

 

Il seminario si svolge in 4 giornate, ogni incontro è di 2 ore e 30 minuti, gli strumenti musicali presentati fanno perte del MUSEO CHE SUONA e sono appartenenti a culture native dell’Amazzonia e delle Ande, dell’area afro caraibica, della costa del pacifico e dei popoli mettici. Si affronteranno i temi legati alla provenienza, ai materiali di costruzione, all’importanza degli strumenti all’interno dei diversi gruppi umani, ai generi musicali e ai contesti sonori nei quali si presentano.

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